Se un quartiere vive nella memoria di chi vi ha abitato, non c’è dubbio che Viale Trento racchiude una storia ricca e vivace di tante persone che l’hanno fatta e l’hanno poi voluta raccontare con grande disponibilità. La volontà di quelli che hanno narrato, come di coloro che queste narrazioni le hanno raccolte, è quella di cominciare a piantare un vivaio della memoria, che continui a generare storie e ricordi, voglia di leggere e di ascoltare, come scrive Saverio Tutino, “il fruscio degli altri”. I ricordi sono stati raccolti con la metodologia della Libera Università dell’Autobiografia (LUA) di Anghiari, con la quale l’Università Popolare di Fermo è gemellata. La postura d’ascolto e la facilitazione della comunicazione di chi racconta sono i principi cardine di questa metodologia.